Evoluzione dell' HTML
L’ HTML nasce nel 1989 sopratutto come linguaggio per strutturare logicamente un ipertesto/ipermedia, lasciandone il rendering visuale alla discrezione del browser ed alle preferenze dell’ utente finale.
Dal 1996, in cui l’ HTML fu codificato nello stardard 2.0, fu ampliato continuamente con estensioni tese sopratutto al controllo del rendering delle pagine (avvicinando impropriamente un linguaggio MarkUp come l’ HTML agli strumenti WYSIWYG) ed all’ introduzione di nuove funzionalità (animazione, video, audio, interazione utente ed esecuzione lato client di script ed applet).
In una prima fase, anzi, i principali produttori di browsers (Netscape e Microsoft) agirono separatamente, introducendo estensioni proprietarie, che di fatto resero le pagine web che ne facevano uso visibili con limitazioni o non visibili del tutto da altri browser. Questa situazione impedì la definizione di uno standard versione 3.0 e fu superata solo nel 1997 con gli standard 3.2 e 4.0.
Tutte le estensioni introdotte, comunque, limitano la fruibilità delle pagine che ne fanno uso a chi non dispone di risorse HW e SW necessarie per ospitare i browser aggiornati con i plugin addizionali, di schermi ad alta risoluzione, di PC con capacità multimediali, di occhi e mani con normali capacità sensoriali e motorie. Questo sopratutto nei casi, frequentissimi, in cui le nuove funzionalità vengono utilizzate non per aggiungere contenuti informativi addizionali alle pagine, o per infiocchettarle con bells and whistles, ma per incapsularvi contenuti informativi essenziali non altrimenti raggiungibili.
Per questo motivo, i content provider che intendevano rendere accessibile il contenuto delle loro pagine anche a utenti disabili - fra cui in particolare i ciechi che fanno uso di browser con sintetizzatori vocali - o a terminali “poveri”, seguendo i consigli della Web Accessibility Initiative (formerly TRACE), si autolimitarono all’ uso di un sottoinsieme dell’ HTML molto vicino alla versione 2.0.
Questo comportamento, limitato finora a content provider di particolare sensibilità - od obbligati dai loro compiti istituzionali a non introdurre barriere architettoniche nelle informazioni rese pubbliche - ha acquistato dal 1999 particolare attualità, con la comparse di terminali per l’ accesso all’ Internet diversi dai PC e dotati di interfacce utente meno ricche, quali PDA, cellulari WAP e smartphone.
Per i teminali telefonici, in particolare, sono stati sviluppate due tecnologie concorrenti che tengono conto delle dimensioni e capacità grafiche estremamente limitate degli schermi oggi disponibili: WAP ed I-mode, che fanno uso di due linguaggi, WML (W for wireless) e cHTML (c for “compact)” - che sostanzialmente offrono funzionalità pari o inferiori a quelle dell’ HTML 2.0.
E questo ha obbligato molti autori di pagine Web ricche e difficilmente visualizzabili ad affiancarle con una versione “compact”, simile a quelle ottenibili seguendo consigli della Web Accessibility Initiative, per poter alimentare anche i terminali i-mode o un convertitore Web to WAP.
Contemporaneamente, il Consorzio W3C ha fermato lo sviluppo dell’ HTML alla versione 4.01, e definito come suo successore il nuovo standard XHTML 1.0, basato (come il WML) sul sottostante più generale linguaggio XML e, quindi, sulla codifica Unicode:
1993 HTML | 1996 HTML 2.0 HDML 1.0 | HTML 3.2 (HandheldDevicesML) 1997 | HTML 4.0 | | | | 1998 | | XML 1.0 | | | | | | 1999 cHTML HTML 4.01 | WML 1.1 (WAP) (I-mode) | | WML 1.2 (WAP) 2000 \ XHTML 1.0 / \ | / 2001 XHTML Basic (Convergenza I-mode e WAP) |
L’ XHTML (X for eXtensible) ha la particolarità di essere modulare. Scegliendo opportunamente i moduli da inserire, si ottengono diverse varianti dello standard: le più importanti definite oggi (2002) sono l' XHTML Transitional, l' XHTML Strict e l' XHTML Basic.
L' XHTML Strict recupera l' antico concetto di linguaggio teso ad esprimere solo la struttura di un ipertesto: non ne fa parte nessuno dei tag HTML destinati a controllare il rendering. Il rendering, se lo si vuole, va controllato separatamente, con un “foglio di stile”.
L' XHTML Transitional è più tollerante, consente il controllo del rendering e consente unaa facile traduzione delle pagine HTML in XHTML.
L' XHTML Basic,
“includes the minimal set of modules required to be an XHTML Host Language document type, and in addition it includes images, forms, basic tables, and object support. It is designed for Web clients that do not support the full set of XHTML features; for example, Web clients such as mobile phones, PDAs, pagers, and settop boxes. The document type is rich enough for content authoring” [W3Consortium].
l’ XHTML Basic permette di scrivere pagine Web ricche e gradevoli, ma fruibili senza perdita di informazioni essenziali anche da disabili, da terminali mobili con capacità grafiche ridotte, e da terminali connessi alla rete con banda limitata: per questi motivi, sarà con tutta probabilità il linguaggio di convergenza fra I-mode e WAP.
l’ XHTML Basic è già oggi visualizzabile da tutti i browser più diffusi di ultima versione (inclusi Microsoft IE, Netscape, Opera, Mozilla e vari prodotti Open Source), dispone di una serie di strumenti di authoring per le più svariate piattaforme, ed è dotato di strumenti di conversione che permettono facilmente la trasformazione di pagine HTML in pagine XHTML, e la conversione al volo di pagine XHTML Basic in pagine WAP.