Chi non è convinto,
probabilmente pensa che io abbia scansato l'ostacolo, evitando di
esaminare la situazione come verrebbe vista dall'astronave B. E
penserà che a questo scopo sia indispensabile la RG.
Farò quindi vedere ora come si tratta il problema nel
riferimento B, senza scomodare la RG. Purtroppo ciò non si
può fare in modo elementare, come ho già detto: bisogna
sapere di relatività, non spaventarsi davanti a qualche
differenziale e integrale, ecc. Niente di stratosferico, ma insomma,
non sono semplici discorsi, come ne ho fatti fin qui.
Siano dunque (x,t) le coordinate nel riferimento A (trascuro
le altre due coordinate spaziali): allora ds2 = dt2 - dx2 (c=1, per alleggerire le formule). Sia
x(t) la legge oraria del gemello B, τ il suo tempo proprio;
introduco la funzione h(τ)
definita da
dx/dτ = sinhh,
dt/dτ = coshh
(notare che coshh non è
che il solito γ; h è
la rapidità).
Voglio definire prima di tutto un
riferimento rigido che si muove
insieme a B. Siano u, v le
coordinate spaziale e temporale nel riferimento cercato. Dico che la
trasformazione è:
x =
\int_0^v sinh h(v')
dv' + u cosh h(v)(1)
t =
\int_0^v cosh h(v')
dv' + u sinh h(v).(2)
Infatti per u=0 si ha
dx
= sinh h(v) dv
dt
= cosh h(v) dv
e da queste si vede che il punto u=0 si muove proprio come B, e
il suo tempo proprio è τ = v.
(Per chi non conosce TeX: \int_a^b significa
"integrale da a a
b")
Per la metrica nelle coordinate
u, v:
ds2 = [1 + uh'(v)]2 dv2 - du2.
Questa mostra che eventi con la stessa v hanno separazione spaziale du, ossia u è
proprio la distanza misurata nel riferimento accelerato.
Se accanto al punto B, con la legge oraria detta, consideriamo un punto B', con legge oraria data dalle (1), (2) per u fissato diverso da 0, vediamo che dx/dt è lo stesso per B e per B' a parità di v. Quindi nel riferimento inerziale in cui B è momentaneamente fermo (riferimento tangente a B) lo è anche B', e in questo riferimento la distanza BB' è appunto u. Ciò dimostra che le (1) definiscono il riferimento rigido accelerato, come richiesto.
Nota: Sempre dalle (1), (2) si vede che la legge oraria di B' è diversa da quella di B, ossia la loro distanza, misurata nel riferimento inerziale, varia. Visto da A, il riferimento accelerato non appare rigido, il che è ovvio, dato che esiste la contrazione di Lorentz.
Ora vediamo che tempo misura B. Ho
già detto che τ = v.
Se x(0) = 0 e poi x(T) = 0,
ossia se B lascia A al tempo t=0 e lo ritrova al tempo
t=T, abbiamo dalla (2),
per u=0:
T
= \int_0^τ cosh h(τ') dτ' > τ.
Dunque non c'è simmetria: l'orologio di A segna un tempo
più lungo! Più quantitativamente, supponiamo che il moto
di B sia uniforme salvo dei brevi tratti che trascuro nell'integrale:
allora
T
= \int_0^τ γ dτ' = γ τ
come si doveva dimostrare.
Commento: Dove ho usato la RG?
Non ho mai parlato né di principio di equivalenza, né di
campo gravitazionale, né tanto meno di spazio-tempo curvo,
visto che lo spazio-tempo piatto era e piatto rimane, in qualunque
sistema di coordinate. Ho solo introdotto un nuovo sistema di
coordinate, che ho interpretato come quello associato al riferimento
rigido solidale a B.
C.V.D.